Simon Green è un perfezionista. La sua musica è ricercata, precisa, senza sbavature ma è anche emozionale, intensa, vibrante. Riesce a trasmettere uno strano calore nella sua fredda perfezione. Ti lascia senza pensieri. Una mente libera di vagare verso bianche spiagge solitarie, splendide, illuminate dai raggi di un sole morente all'orizzonte. Ti muove in qualcosa che non è proprio un ballo ma non è nemmeno un semplice seguire il ritmo. Ascoltare per credere. Questa è Flashlight dal suo ultimo EP.
ARTISTA: Bonobo ALBUM: Flashlight EP ANNO: 2014 LABEL: Ninja Tune Record
Una di quelle collaborazioni che vorresti sentire più spesso. Due giganti, due modi diversi di sperimentare, un solo cuore. Un pezzo magico nella sua semplicità, suoni vivaci e sognanti compongono una trama che ti coinvolge sin dalle prime battute. Un'altalena di emozioni. Da mettere in repeat!
ARTISTA: Jamie xx + Four Tet TITOLO: Seesaw ANNO: 2014 LABEL: Young Turks
"Ho messo il cuore in questo nuovo EP, spero che qualcuno possa apprezzarlo. Non volevo creare pezzi opprimenti ma volevo qualcosa che potesse aiutare le persone a credere in se stesse, a non avere paura, a non arrendersi, e a credere che la fuori c'è qualcuno che si preoccupa per loro e li vuole bene. Una sorta di incantesimo divino che li protegga contro le persone malvagie, i periodi oscuri e l'insicurezza."
Un pezzo che ti prende sin dai primi battiti. Cresce piano, ti coinvolge, non forza mai la mano. Musicale, allegro ma anche riflessivo e profondo. Lo ascolti, lentamente i pensieri se ne vanno fino a che non rimani a galleggiare in un limbo musicale melanconico fatto di pochi suoni essenziali. Un viaggio bellissimo. Complimenti ad Adam Marshall.
Poche parole, solo un paio. Quello che abbiamo qui è molto semplice: una leggera brezza sugli alberi, un soffice tappeto di synth su cui incalza un ritmo snervante creato da battiti nevrotici e una voce apparentemente umana, campionata e manipolata con incredibile maestria. L'atmosfera perfetta per la magia del loop. Un pezzo senza troppe prestese ma in grado di avvolgerti con la sua potenza e il suo tepore. Prima traccia di un album che merita di essere ascoltato, prodotto dalla label del grande Mike Paradinas.
Che dire, buon ascolto.
ARTISTA: Machinedrums TITOLO: She Died There ALBUM: Room(s) ANNO: 2011
Una notte fredda, una cima innevata, un uomo solo ai margini dell'esistenza, un sibilo quasi inesistente. Questa è l'immagine che Arcadia dipinge nella mia mente distorta, in una specie di moto sinestesico.
Un ritmo cadenzato martella l'aria rarefatta, giunge da ogni luogo ma nessuno di esso ne è la fonte. La voce di Apparat è musica allo stato puro, si insinua tra le pieghe melodiche con incantevole grazia. Arriva come un sermone e ci colpisce dritti al cuore. D'un tratto abbiamo la consapevolezza che la vita è intangibile. Ci sfugge dalle dita come cenere e si disperde col vento. La inseguiamo cercando di strapparne almeno un lembo, ma invano. Come un miraggio, si prende gioco di noi.
Così arranchiamo in questo arido deserto che chiamiamo realtà, mentre la sete divora ciò che rimane della nostra forza. Cerchiamo un senso in cose che non esistono e brandiamo una morale fumosa come arma per le nostre conquiste. Non ci rendiamo conto che sono proprio i nostri sforzi a rendere vana la ricerca. Tutto accade senza una ragione.
Ogni tanto però, attraverso i bagliori accecanti del sole, riusciamo a scorgere un fugace frammento di speranza. Essa si incarna nell'immagine pura e semplice di un oasi rigogliosa, ricolma di vita. A chi la raggiunge sarà data saggezza, agli altri solo follia.