giovedì 19 dicembre 2013

Burial - Come Down To Us

Torna Burial e tornano le emozioni... 


"Ho messo il cuore in questo nuovo EP, spero che qualcuno possa apprezzarlo. Non volevo creare pezzi opprimenti ma volevo qualcosa che potesse aiutare le persone a credere in se stesse, a non avere paura, a non arrendersi, e a credere che la fuori c'è qualcuno che si preoccupa per loro e li vuole bene. Una sorta di incantesimo divino che li protegga contro le persone malvagie, i periodi oscuri e l'insicurezza."
      - Burial -




TITOLO:   Come Down To Us
ARTISTA:  Burial
ALBUM:    Rival Dealer EP
LABEL:    Hyperdub
ANNO:     2013



lunedì 9 dicembre 2013

Adam Marshall - Vamp

Un pezzo che ti prende sin dai primi battiti. Cresce piano, ti coinvolge, non forza mai la mano. Musicale, allegro ma anche riflessivo e profondo. Lo ascolti, lentamente i pensieri se ne vanno fino a che non rimani a galleggiare in un limbo musicale melanconico fatto di pochi suoni essenziali. Un viaggio bellissimo. Complimenti ad Adam Marshall.


                 



ARTISTA:   Adam Marshall
ALBUM:     Vamp / Outside The Cave (12", Ltd, Red)
ANNO:      2011
LABEL:     New Kanada

sabato 16 novembre 2013

Machinedrum - She Died There

Poche parole, solo un paio. Quello che abbiamo qui è molto semplice: una leggera brezza sugli alberi, un soffice tappeto di synth su cui incalza un ritmo snervante creato da battiti nevrotici e una voce apparentemente umana, campionata e manipolata con incredibile maestria. L'atmosfera perfetta per la magia del loop. Un pezzo senza troppe prestese ma in grado di avvolgerti con la sua potenza e il suo tepore. Prima traccia di un album che merita di essere ascoltato, prodotto dalla label del grande Mike Paradinas. 
Che dire, buon ascolto.





ARTISTA:  Machinedrums
TITOLO:   She Died There
ALBUM:    Room(s) 
ANNO:     2011

venerdì 15 novembre 2013

FOUR TET - TEXT022

“The Track I’ve Been Playing That People Keep Asking About And That Joy Used In His RA Mix And Daphni Played On Boiler Room”.  Titolo originale per un pezzo davvero originale marchiato Four Tet. Semplicemente genio tribale.




ARTISTA:  Four Tet
TITOLO:   Text022
ANNO:     2013
LABEL:    TEXT RECORD

sabato 14 settembre 2013

Apparat - Arcadia

Una notte fredda, una cima innevata, un uomo solo ai margini dell'esistenza, un sibilo quasi inesistente. Questa è l'immagine che Arcadia dipinge nella mia mente distorta, in una specie di moto sinestesico.
Un ritmo cadenzato martella l'aria rarefatta, giunge da ogni luogo ma nessuno di esso ne è la fonte. La voce di Apparat è musica allo stato puro, si insinua tra le pieghe melodiche con incantevole grazia. Arriva come un sermone e ci colpisce dritti al cuore. D'un tratto abbiamo la consapevolezza che la vita è intangibile. Ci sfugge dalle dita come cenere e si disperde col vento. La inseguiamo cercando di strapparne almeno un lembo, ma invano. Come un miraggio, si prende gioco di noi. 
Così arranchiamo in questo arido deserto che chiamiamo realtà,  mentre la sete divora ciò che rimane della nostra forza. Cerchiamo un senso in cose che non esistono e brandiamo una morale fumosa come arma per le nostre conquiste. Non ci rendiamo conto che sono proprio i nostri sforzi a rendere vana la ricerca. Tutto accade senza una ragione. 
Ogni tanto però, attraverso i bagliori accecanti del sole, riusciamo a scorgere un fugace frammento di speranza. Essa si incarna nell'immagine pura e semplice di un oasi rigogliosa, ricolma di vita. A chi la raggiunge sarà data saggezza, agli altri solo follia.




ARTISTA:  Apparat
TITOLO:   Arcadia
ALBUM:    Walls
ANNO:     2007
LABEL:    Shitkatapult          



martedì 10 settembre 2013

Atra Aeterna - Emerge

Un uomo siede ai margini di una città deserta. Il suo sguardo è vacuo, perso per sempre in un cupo meditare. Una profonda angoscia lo pervade, vorrebbe piangere ma sa che le sue lacrime si perderebbero nel terreno senza dar vita a nulla. Voci lontane, come in un sogno, sussurrano la vacuità dell'universo. Note rarefatte accompagnano la triste agonia dell'uomo mentre nubi cineree piangono la sua sorte. Gli eventi non si possono cancellare. Il tempo non si può azzerare. 
Tutto scorre senza lasciare traccia.




ARTISTA:  Atra Aeterna
TITOLO:   Emerge
ALBUM:    Machinations
ANNO:     2011

domenica 8 settembre 2013

Autechre - 444

Il primo suono giunge come un eco, rimbalza nella mente e si allontana. Il riverbero scatena una valanga digitale che accompagnerà la composizione per tutta la durata del viaggio. 
E' una melodia scomoda, proviene dal basso e li rimane. La sua potenza intimidisce e affascina allo stesso momento. Ricorda antichi corni da battaglia in una giornata nevosa. Impossibile non restarne rapiti. 
Ed è da questa base che i giganti dell'ambient techno tessono la loro tela elettronica fatta di beat possenti, tastiere cristalline e intelletto sopraffino. Tutto si amalgama in un impasto coinvolgente e raffinato, che lentamente comincia a lievitare colmando ogni lacuna del nostro essere. Quando raggiunge il picco quasi non ce ne accorgiamo tanto siamo assorti dal quel ritmo martellante e soporifero, dipinto da maestri erranti e senza nome. Il momento è pura overdose che getta in lenta agonia l'immaginazione e la sanità mentale. 
La valanga continua ad avanzare senza ostacoli fino a che non si allontana, placida, dalla nostra mente. Quello che lascia è luogo candido, purificato dal cui soffitto gocciolano gli ultimi rintocchi di un pezzo che ormai è lontano dalla coscienza. 
Si tratta di quel suono, quello iniziale, dal cui eco tutto ha avuto inizio.  




ARTISTA:   Autechre
TITOLO:    444
ALBUM:     Incunabula
ANNO:      1993

LABEL:     Warp Record


sabato 7 settembre 2013

John Lemke - Ivory Nights

Un pezzo strano, difficile da definire. Un pulsare ritmico, ipnotico che implode senza preavviso in una bolla di suoni sintetizzati e tenuti a freno. L'impressione è quella di trovarsi in un acquario. La musica viene da fuori ma tu sei in acqua e tutto ciò che riesci a cogliere sono frammenti distorti. Un senso di inquietudine pervade l'intero brano rendendo l'effetto ancora più suggestivo. Il video coglie alla perfezione l'atmosfera disorientante della composizione e pertanto ne consiglio la visione.  
Che dire, tuffatevi nel vostro acquario e preparatevi ad immergervi negli abissi di questa nuova esperienza.



ARTISTA:   John Lemke
TITOLO:    Ivory Nights
ALBUM:     People Do
ANNO:      2013
LABEL:     Denovali Records


mercoledì 4 settembre 2013

Boards of Canada - Dayvan Cowboy

Il duo scozzese molla gli ormeggi e ci conduce in un viaggio estatico, al limite del surreale. 

Le prime onde si trascinano, lente, su un mare velato da una densa foschia di synth sporchi e intangibili. Melodie nebulose risuonano da lontano, in un altra dimensione. Note umide e ipnotiche sussurrano al vento l'agonia del destino, l'ineluttabilità. Gabbiani solitari volteggiano seminascosti dalla fioca luce dell'alba lanciando echi che si perdono nel nulla.  L'acqua si increspa e in profondità, al buio, nasconde i suoi segreti. Tutto è ovattato. Irreale.
Timidi raggi di soli tentano di incunearsi tra i banchi di nebbia. E' uno sforzo sovrannaturale. I primi falliscono ma aprono la strada agli altri. Un immensa nube di vapore si leva mentre lo scontro infuria. La luce si fa sempre più forte, l'aria sempre più limpida. Il mattino esige il suo posto nel mondo. 
Ed ecco, dopo un profondo sospiro, il velo si strappa e la vita comincia a fluire. La chitarra irrompe sulla scena spazzando l'aria viziata con le sue armonie. Accordi lindi e puliti risuonano senza sosta in questo mare che ora ha il profumo della speranza. Violini celestiali intonano un inno alla libertà più pura, sovrapponendosi al resto con solennità. Il ritmo è dato da percussioni cristalline che accompagnano il suono per mano, guidandolo verso nuove vette. E' un momento di pura bellezza che culmina con senso di pace universale.
Tutto poi sfuma con dolcezza, la melodia si tramuta in risacca e approda verso spiagge bianche e deserte dove il fato non ha ancora allungato le sue ossute dita. I segreti degli abissi sono intatti ma un nuovo mondo è emerso.
La fine è un nuovo inizio.




ARTISTA:   Boards of Canada
TITOLO:    Dayvan Cowboy
ALBUM:     The Campfire Headphase
ANNO:      2005
LABEL:     Warp Records


lunedì 2 settembre 2013

BEAUMONT HANNANT - UTUBA

L'aria è frizzante, quasi elettrica. Le ombre della notte iniziano ad avvolgere il mondo . 
In lontananza una coltre di lampi tinge il cielo di un azzurro irreale. E' un pulsare distante e melanconico.
Chiudo gli occhi, la calma prima del temporale. Tutto tace, tutto dorme. Il mondo è rannicchiato nella sua culla. Sta per cominciare.                               
Quasi dal nulla, un leggero tintinnio inizia a farsi strada nella coscienza della realtà destandola dal torpore. Un soffio leggero ma costante giunge a riportare la vita dove prima c'era solo l'oblio. Annuncia il loro arrivo. L'attesa è stata snervante. 
Un abbassamento di pressione, una calo della tensione. E' il segnale.
Ed eccole finalmente, le macchine della guerra. Spiriti invisibili in un mondo consistente. Il loro ritmo è potente e cadenzato, riempono l'atmosfera sognante con battiti regolari e spezzati. Programmate per uccidere il silenzio, incedono senza sosta. Bagliori accecanti rifulgono in una danza macabra e spietata. Un coro di synth si leva al loro passaggio, è un momento di pura estasi.
L'entusiasmo si frappone alla desolazione, la speranza alla disperazione, la vita al nulla dell'eternità. Ma è un momento. Le macchine sono solo di passaggio. Sono incuranti del presente, avanzano decise verso l'ignoto. Poi lentamente si allontanano, le percussioni si dilatano finché non diventano inconsistenti. Il silenzio riprende il sopravvento.
L'aria ritorna frizzante, carica dell'energia accumulata che tuttavia si dissiperà in fretta. 
Le ombre escono dalle loro tane per riprendere il pasto lasciato a metà.  
I fulmini ora illuminano un altro orizzonte. Presto svaniranno. 
Le macchine della guerra sono passate e non faranno più ritorno.



ARTISTA:  Beaumont Hannant
TITOLO:   Utuba
ALBUM:    Artificial Intelligence II
ANNO:     1994
LABEL:    Warp Records

Burial & Four Tet - Moth


Da un seminterrato nel sud di Londra, William Bevan e Kieran Hebden hanno dipinto un universo in espansione, costellato di ritmi tachicardici e suoni oscuri, il cui centro è sicuramente "Moth". 

"Moth" potrebbe essere la colonna sonora di un rave party: le luci sfumano lentamente sulla dancehall mentre le persone danzano in slow-motion, trascinate dalla cassa dritta che batte la strada su cui loop ipnotici, melodie in evoluzione e voci afasiche si intrecciano senza mai rimanere impigliati. È un'immagine vivida che ad ogni ascolto appare sempre più chiara. Basta infilarsi le cuffie e chiudere gli occhi per vedere… provateci.






ARTISTA:  Burial & Four Tet
TITOLO:   Moth
ALBUM:    Moth/Wolf Club EP
ANNO:     2009
LABEL:    Hyperdub


domenica 1 settembre 2013

FOUR TET - UNSPOKEN



Siedo sull'erba, vicino al lago. Per me è un luogo sacro. Non come una chiesa ma piuttosto come uno di quei circoli di pietra che gli antichi costruivano in luoghi particolari. Loro cercavano un contatt con la divinità, io con me stesso. Energia.
Il vento soffia, teso, spazzando via dalla mia pelle un'altra giornata su questa terra. Non penso a nulla. Con la mente sgombra osservo il mio cane. Ogni tanto si ferma, solleva il muso un istante e annusa l'aria. Magnifico. Spesso penso a come sarebbe la vita se fossi un cane. Gli odori, i colori, le emozioni; sarebbe tutto diverso. Forse non migliore, ma diverso.
Nell'aria si sente ancora forte l'odore della pioggia della notte scorsa. Mi piace.
Decido di mettere in musica tutto questo. Mi infilo le cuffie e inizio a cercare il pezzo adatto. Adoro la musica. Ogni istante delle nostra esistenza dovrebbe essere convertito in note e suonato di concerto con le altre anime. La musica delle sfere. L'universo tradotto in melodia.
Finalmente lo trovo e mentre le percussioni accompagnano la progressione di questo caleidoscopio di suoni cado in una sorta di trance. Osservo le onde, i gabbiani, l'erba e per un istante mi perdo. La mia coscienza si fonde nella loro. è solo un attimo e poi ritorno in me. Sono lontano anni luce dalla pace interiore, ne sono consapevole.
Pazienza. Mi basta questo, non chiedo di più.






Artista:  Four Tet
Titolo:   Unspoken
Album:    Rounds
Anno:     2003

Aphex Twin - Heliosphan

Il primo pezzo che vi propongo è stato anche il mio "primo pezzo", nel senso che è stato dopo averlo ascoltato che mi sono innamorato della musica elettronica.
Un diamante grezzo datato 1992 estratto da un album che ha fatto la storia e composto da un uomo che è ancora leggenda.




Artista:   Aphex Twin (Richard D. James)
Titolo:    Heliosphan
Album:     Selected Ambient Works 85-92
Anno:      1992

PRESENTAZIONE

Questo blog non è dedicato alla musica elettronica ma al suo cuore pulsante e al sangue che da esso scaturisce. E' dedicato alle emozioni che suscita e ai sogni che è in grado di evocare.
Non sono d'accordo con chi dice che questo tipo di musica è freddo e impersonale. Io penso che come ogni altra forma d'arte anche la musica elettronica riesce a toccare nel profondo le nostre anime. Bisogna solo lasciarsi andare. Farsi guidare dalle melodie, dai suoni impossibili e dalle composizioni folli. Il viaggio vale il costo del biglietto.
Fatti un favore; concediti cinque minuti del tuo tempo, infilati un paio di cuffie, chiudi gli occhi e premi il tasto play. Non pensare a nulla, ascolta e basta. Lascia che la musica scandagli nel profondo della tua anima. Non spaventarti.
Quello che troverà saranno emozioni pure, prive della materia concreta di cui è fatta la nostra vita. Sono più potenti, in qualche modo più suggestive. Esse ti prenderanno a braccetto e ti condurranno in un mondo fatto dai tuoi desideri più intimi. Non sempre sarà piacevole e non sempre funzionerà ma ne vale davvero la pena.
La musica è nata con lo scopo di fare da medium tra l'uomo e il divino. Gli antichi conoscevano il segreto e la potenza del suono, per loro era qualcosa di sacro. Con il tempo questo uso della musica è venuto meno ma non il suo potenziale. Essa ha ancora l'energia per condurci in meditazione profonda, basta solo avere la giusta predisposizione!
Ovviamente questo discorso vale per tutta la musica, tuttavia per quanto mi riguarda la musica elettronica è quella che meglio riesce a condurmi in quei luoghi eterei di cui vi parlavo. Per altre persone potrebbe essere più efficace la musica classica oppure il rock, ognuno è fatto in modo diverso.
Ma ora basta con le parole. Cominciamo.