sabato 14 settembre 2013

Apparat - Arcadia

Una notte fredda, una cima innevata, un uomo solo ai margini dell'esistenza, un sibilo quasi inesistente. Questa è l'immagine che Arcadia dipinge nella mia mente distorta, in una specie di moto sinestesico.
Un ritmo cadenzato martella l'aria rarefatta, giunge da ogni luogo ma nessuno di esso ne è la fonte. La voce di Apparat è musica allo stato puro, si insinua tra le pieghe melodiche con incantevole grazia. Arriva come un sermone e ci colpisce dritti al cuore. D'un tratto abbiamo la consapevolezza che la vita è intangibile. Ci sfugge dalle dita come cenere e si disperde col vento. La inseguiamo cercando di strapparne almeno un lembo, ma invano. Come un miraggio, si prende gioco di noi. 
Così arranchiamo in questo arido deserto che chiamiamo realtà,  mentre la sete divora ciò che rimane della nostra forza. Cerchiamo un senso in cose che non esistono e brandiamo una morale fumosa come arma per le nostre conquiste. Non ci rendiamo conto che sono proprio i nostri sforzi a rendere vana la ricerca. Tutto accade senza una ragione. 
Ogni tanto però, attraverso i bagliori accecanti del sole, riusciamo a scorgere un fugace frammento di speranza. Essa si incarna nell'immagine pura e semplice di un oasi rigogliosa, ricolma di vita. A chi la raggiunge sarà data saggezza, agli altri solo follia.




ARTISTA:  Apparat
TITOLO:   Arcadia
ALBUM:    Walls
ANNO:     2007
LABEL:    Shitkatapult          



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